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BUCHA MASSACRO?

Una delle Fakes più schifose montate dai media occidentali. Decantata per mesi dai Media Italiani, Sottolineata da OPEN DI MENTANA. Si rivela una BUFALE SCHIFOSA

Prodromi

Tutta la stampa declama il Massacro di Bucha per mesi.

Ucraina, l’eccidio di Bucha ricostruito dal Nyt: «Piano spietato per aprirsi la strada verso Kiev» eseguito dal 234° reggimento di Mosca

22 DICEMBRE 2022 – 20:11

massacro di Bucha sarebbe stato attuato dai paracadutisti russi del 234° reggimento d’assalto aereo con a capo Artyom Gorodilov. È quanto rivela un’inchiesta condotta per 8 mesi dai giornalisti del New York Times, e pubblicata oggi. Dalle prove raccolte dal team d’inchiesta emerga come la strage sulla strade della città ucraina «era parte di un deliberato e sistematico sforzo di assicurarsi spietatamente una rotta verso Kiev». L’articolo del Nyt ricostruisce soprattutto la strage sulla strada di Yablunska sulla quale sono state 36 vittime. L’inchiesta si è sviluppata anche grazie all’analisi di una serie di tabulati telefonici e segnali in codice usati dai comandanti sui canali radio russi. Ad aprile 2022, quando vennero scoperte le fosse comuni e le altre atrocità commesse da forze russe a Bucha, il mondo intero si strinse nella commozione e nell’indignazione all’Ucraina, ma Mosca ha sempre negato la responsabilità di quei crimini parlando di una presunta “trappola mediatica” dell’Occidente.


Hanno ucciso chiunque incontrassero per strada»

I soldati, ricostruisce la testata statunitense NYT, hanno «interrogato e giustiziato molti uomini disarmati e ucciso chiunque incontrassero per strada, indipendentemente dal fatto che si trattasse di bambini in fuga, gente del posto che in cerca di generi alimentari o persone che stavano rientrando in casa». E il principale colpevole sarebbe il 234esimo reggimento, considerato tra le migliori unità addestrate ed equipaggiate delle forze russe. Le prove a sostegno di questa accusa comprendono distintivi delle uniformi, conversazioni telefoniche e documenti di trasporto sulle casse di munizioni.

Tutti gli analisti del mondo hanno supportato la bufala.

Nessuno ha voluto analizzare le prove originali presentate dai Russi che mostravano evidentemente il contrario, Nessun Dubbio.

Bucha La verità

I DUBBI DI CAPUOZZO

Il compito del giornalista è porsi domande. Lo storico inviato spiega da cosa nascono i suoi dubbi sulla strage

Bucha, Capuozzo mostra il video della polizia ucraina: “Dove sono i morti?”

Ho visto come l’esercito ucraino ha ucciso i prigionieri russi, come ha disposto i cadaveri portati da altre città lungo le strade di Bucha per organizzare questa macabra messa in scena. Adrian Bok spiega tutto nel suo documentario

La prima domanda che mi sono fatto è: pensi che sia impossibile che i russi, ritirandosi, abbiano fatto, per vendetta e odio, una strage di civili? Non lo ritengo impossibile, ho visto troppe volte che la guerra porta a dare il peggio di sé. La seconda domanda è stata: pensi che sia impossibile che gli ucraini, aggrediti, bisognosi di aiuto, ansiosi di coinvolgere la comunità internazionale, abbiano “costruito” la scena? Ho una lunga esperienza, dal Kossovo al Libano, da Betlemme a Belgrado, di situazioni forzate, modificate, usate: in guerra ogni mezzo è buono. In più, in questo caso, ci sono i precedenti della ragazza di Mariupol (diceva la verità allora, o la dice adesso?), il mistero del teatro di Mariupol, i numeri che vengono forniti dalle Nazioni Unite e dagli ucraini su vittime civili e perdite militari russe (sarebbero morti 400 militari russi per ogni civile ucciso….).

Il mestiere del giornalista è farsi domandeanche quelle scomode. E allora mi ha sorpreso una sequenza di date:

– il 30 marzo le truppe di Putin abbandonano Bucha.

– il 31 marzo il sindaco, davanti al municipio, rilascia una dichiarazione orgogliosa, sul giorno storico della liberazione. Non parla di vittime per le strade.

l sindaco di Bucha, che Tgcom24 riporta, senza dubbio alcuno, denuncia un “safari” russo a caccia di civili. Il 31 marzo (il 30 i russi se ne sono andati) celebrava la Liberazione, ma non parlava di morti sulle strade, né di safari.

– il 31 marzo Maxar Technologies pubblica le foto satellitari che rivelano l’esistenza di fosse comuni attorno alla chiesa. È una scoperta che poteva essere fatta a terra: è la fossa che pietosamente gli abitanti del posto hanno iniziato a scavare il 10 marzo per seppellirvi i propri morti nella battaglia – siamo poco lontani dall’aeroporto di Hostomelv- in cui nessuno avrebbe fatto distinzioni tra civili e militari.

– il 1 aprile va in onda a Ukraine TV24 l’intervista al sindaco. Non è accompagnata da alcun commento su morti per strada.

– il 1 aprile un neonazista che si fa chiamare Botsman posta su Telegram immagini di Bucha. Dice solo di aver trovato un parlamentare, in città, non parla di morti. Ma lo si sente rispondere a una domanda: “Che facciamo con chi non ha il bracciale blu?” “Sparate”, risponde.

– il 2 aprile la Polizia ucraina gira un lungo filmato sul pattugliamento delle strade di Bucha (che non è enorme:28mila abitanti). Si vede un solo morto, un militare russo, ai bordi della strada. Nel filmato, lungo 8 minuti ci sono abitanti che escono dalle case, e passanti che si fermano a parlare con la polizia. Lieti di essere stati liberati, ma nessuno parla di morti per strada. La cosa peggiore è quando uno racconta di donne costrette a scendere in una cantina, e uomini prelevati per essere interrogati.

Questo è il lungo video della polizia ucraina (ripeto, ucraina) girato il 2 aprile a Bucha. Due giorni dopo che i russi sono andati via. Non si vedono morti. Civili vivi e contenti di essere liberati, ma neanche un morto per le strade. Allora i morti che appaiono dal 3 aprile da dove vengono?

– il 3 aprile il neonazi su Telegram incomincia a postare le foto dei morti. A tre giorni pieni dalla Liberazione.

– 4 aprile, ieri, il “New York Times” pubblica una foto satellitare che riprende i morti per strada, spiegando che è stata scattata il 19 marzo (quindi i corpi sarebbero per strada da quasi due settimane, sembrano le armi chimiche di Saddam).

Va da sé che onestà e indipendenza (che poi uno scambi l’indipendenza come dipendenza da Mosca mi fa solo ridere amaramente) impongono domande. Com’è che gli abitanti di Bucha che, sotto la dura occupazione russa, seppellivano i propri morti, questi invece, pur liberi, li lasciano sulle strade? Com’è che attorno ai morti non c’è quasi mai del sangue? Se una vittima viene sparata alla tempia, è una pozza, finché il cuore batte. Se gli spari che è già morto, niente sangue. Com’è che in una cittadina piccola e in guerra, dove nessuno presumibilmente si allontana da casa, nessuno ha un gesto di pietà, per tre giorni, neanche uno straccio a coprire l’oscenità della morte? Erano morti nostri o altrui?

Se uno vuole credere, se cioè è questione di fede, anche l’osservazione che i morti, per bassa che sia la temperatura non si conservano così, è inutile. Morti pronti per il camera car che è una gimkana tra i corpi. Una volta tirai un sasso a un randagio, io che amo gli animali, perché si stava cibando del corpo di un terrorista, e non era in una città affamata.